venerdì 1 giugno 2012

RAGAZZO DOWN ESCLUSO DAL CENTRO: "SAREI IN LISTA SE I MIEI MORISSERO"






PADOVA - Marco è un ragazzo di 19 anni, vive a Cittadella con mamma e papà ed è un ragazzo down. Come tale, ha bisogno di cure e servizi che che dopo i tagli alla Sanità non sono più possibili. Se prima poteva svolgere attività importanti per la crescita in strutture come le cooperative sociali, ora la sua vita si svolge tra scuola e casa. Per questo Marco, aiutato dai genitori Laura e Piero, ha scritto una mail indirizzata alla Conferenza di sindaci per farsi portavoce di una ventina di persone che, come lui, attendono un posto nelle cooperative attive nell'area dell'Asl 15. La sua storia è raccontata dal Gazzettino.


LA LETTERA «Mi piacerebbe cominciare questa lettera omettendo che sono un ragazzo down, ma purtroppo è la mia realtà e ho imparato, a mie spese, che a volte la società in cui vivo si impietosisce nei miei confronti oppure mi nega il diritto di dire la mia e di dare voce a quello che penso - scrive -. Non ho mai avuto voglia di studiare e la scuola non mi è mai piaciuta anche se il mio carattere gioviale e allegro mi ha sempre permesso di farmi tante belle amicizie: chiedete alla Cornaro e alla Pierobon. Altri miei amici a cui non piace studiare si sono avviati al mondo del lavoro, ma io non posso scegliere. Vado a scuola a Bassano del Grappa, alla Casa di Carità arti e mestieri, e frequento il primo fuori corso (ho completato il triennio e, mio malgrado, ho dovuto riprendere un nuovo corso). «L'alternativa ci sarebbe: è il Centro diurno Vasi di Creta. Ho svolto due stage con la scuola in quella cooperativa e mi sono trovato molto bene. È un ambiente molto caldo, sanno aspettarmi e mi sento utile grazie al lavoro. Ad essere sincero, poi, mi piace il clima che si instaura tra i ragazzi e gli operatori, insomma sento che in quella cooperativa posso esprimere me stesso e realizzarmi».
«I miei genitori - prosegue Marco - sono già tre anni che hanno fatto domanda all'assistente sociale dell'area disabili perché potessi entrare, ma c'è una lunga lista d'attesa perché non ci sono soldi. Siamo in venti - sospira Marco - a non avere sbocchi e ad essere fregati. Sono disponibile a mettere del mio (percepisco l'accompagnatoria e non sono un falso invalido) ma pretendo che anche i nostri politici si riducano lo stipendio e i privilegi».


L'APPELLO «Spero che i sindaci possano risolvere questa situazione. Non vorrei ritrovarmi tra qualche anno a casa a deprimermi a non fare niente e a peggiorare il mio status di cittadino onesto». «Per fortuna - aggiunge Marco - che ogni 15 giorni il "Città" gioca in casa e posso andare allo stadio ad abbracciare i miei amici giocatori».


IRONIA «Mi hanno detto che la precedenza per entrare in cooperativa l'avrei se i miei genitori morissero improvvisamente. Ci ho pensato un poco perché a volte mi fanno arrabbiare, ma alla fine ho deciso che li amo tanto e non vorrei mai che mi ritrovassi, un'altra volta, da solo».




FONTE [WEB]




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